mercoledì 10 settembre 2008

Sentieri selvaggi (The Searcher - 1956)

Giudicato come il capolavoro assoluto del cinema western è probabilmente l’opera più complessa e discussa della filmografia di John Ford. Amato e criticato da molti, oggetto di numerosi studi e saggi, resta anche un punto fondamentale per l’analisi che intercorre fra il cinema e la pittura.

Soffermandoci su alcune inquadrature, composizione e tonalità sono le stesse di numerosi dipinti di Frederic Remington. Questo artista americano, considerato più un’ illustratore che un pittore, è stato uno dei pochi ad aver raccontato attraverso l’uso della pittura e della scultura l’epopea del west, il mito della frontiera e degli indiani. Le sue immagini di grande effetto visivo sono servite come fonte di ispirazione per quasi tutta la produzione di film western.

Sentieri selvaggi


Frederic Remington, A reconnaissance (1902)



Frederic Remington, The Scout: Friends or Foes (1902–05)



Sentieri selvaggi


Frederic Remington, Mauve rider in the snow

"Ho cercato di copiare lo stile di Remington, il suo colore e il suo movimento, credo di esserci parzialmente riuscito", John Ford.

Sentieri selvaggi



Frederic Remington, The capture of Finnigan (1888)


Quando Ethan e Martin sopraggiungono sul campo indiano disseminato di cadaveri John Ford ricalca le "battaglie" dei dipinti di Remington.

Sentieri selvaggi

Frederic Remington, The battle of war Bonet Creek

L’attacco degli indiani. Per Ford non è solo una semplice messa in scena, superspettacolo fine a se stesso ma simbolo di lotta tra il bene e il male, scontro di culture opposte e differenti interpretate attraverso la scuola di Remington. Stesso taglio dell'inquadratura e stessa visione prospettica.
Sentieri selvaggi

Frederic Remington, A dash for the tiber


Frederic Remington, Buffalo runners - Big Horn basin (1909)

Frederic Remington, The Fourth Trooper moving the led horses (1890)


La mdp ritrae lo spazio scenico impostato secondo l’uso di una cornice. John Ford fonde la visione cinematografica con quella pittorica, portando lo spettatore all’interno di un quadro.

Sentieri selvaggi

“Se terrai la linea d’orizzonte in alto o in basso, mai al centro dell’inquadratura, vorrà dire che sei un buon regista” John Ford
Questa affermazione trova riscontro in molti paesaggisti dove la distribuzione dello spazio è alla base di una corretta composizione.

Sentieri selvaggi


4 commenti:

Marco A. Zanoni ha detto...

Un post S-P-E-T-T-A-C-O-L-A-R-E !!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Bibi ha detto...

senti o fai pubblicare un saggio da una casa editrice con tutte queste cose e quelle future o io non ti parlo piu'.E non sto scherzando.Questo post mi ha incantato.
Je suis emballe'!!!

cinema e pittura ha detto...

Grazie per i vostri commenti, contribuiscono a dare ossigeno al mio blog.

Anonimo ha detto...

Purtroppo scopro questo bellissimo articolo con anni di ritardo, sei per caso attivo su qualche altra piattaforma? Dove è possibile seguirti?