giovedì 4 settembre 2008

Zabrinskie Point (1970)

Michelangelo Antonioni ritrae l’America degli anni ’70 servendosi dell’immaginario visivo creato dagli artisti della Pop art.

Mark il giovane studente contestatore del film, si aggira nel labirinto urbano circondato da enormi cartelloni pubblicitari, da un susseguirsi caotico e confuso di immagini, vetrine che espongono i più svariati cibi in scatola.

Zabrinskie Point


Le immagini si susseguono attraverso l’uso di un montaggio serrato e frenetico. Esse ci rimandano ai quadri di James Rosenquist, pittore pop, che cominciò la sua carriera realizzando grandi cartelloni pubblicitari per conto di un’agenzia.

Partendo da immagini fotografiche, quasi sempre pubblicitarie, Rosenquist ingigantisce i particolari combinandoli tra loro, creando così un forte senso di confusioni nello spettatore.

Zabrinskie Point



James Rosenquist, Withe bread (1964)



James Rosenquist, Taxy (1964)


James Rosenquist, Lana (1964)


James Rosenquist, F-111 - detail (1964-65)



Zabrinskie Point



James Rosenquist, World's Fair Mural (1964)



Questa immagine ricorda molto da vicino i quadri di Richard Estes, capostipite del movimento Iperrealista americano. I suoi quadri rappresentano quasi esclusivamente negozi. Impossibile per chi guarda riuscire a scorgevi dentro qualcosa o qualcuno, le vetrine riflettono in un disordinato gioco di luci e ombre, l’ambiente circostante.

Zabrinskie Point

Richard Estes, Nedick's (1970)


Zabrinskie Point


Claes Oldemburg, Giant Hamburger (1962)



Claes Oldemburg, Two cheeseburgers, with everything (1962)


Claes Oldemburg, Floor Cake (1962)

3 commenti:

Marco A. Zanoni ha detto...

Bellissimo post...devo vedermi questo "filmetto"...ma è già uscito?

Bibi ha detto...

concordo,un'altra perla nel mio cesto d'ignoranza:)

iole ha detto...

Bellissimo film, bellissimo post... però vorrei qualche tuo commento anche sulla scena finale.