mercoledì 18 giugno 2008

2001: Odissea nello spazio (2001: A space odyssey – 1968)

In questo film Stanley Kubrick per visualizzare percettivamente determinati stati d’animo, ha fatto ricorso all’arte astratta e informale, in particolare all’Optical Art. Questi riferimenti si possono notare nella sequenza finale: “oltre i confini dell’infinito” quando l’astronauta Bowman cerca di raggiungere Giove, entrando in nuove dimensioni di esperienze spazio-temporali, diverse da quelle terrestri.

2001 Odissea nello spazio


Si trovano delle interessanti analogie con un fiorito gruppo di artisti inglesi.
Peter Sedgley con le sue superfici segnico-cromatiche, Michael Kidner, Bernard e Harold Cohen, ricercatori di sperimentazioni grafico-materiche.


Peter Sedgley, Senza titolo


Bernard Cohen, Pittura senza titolo (1965)


Harold Cohen, Paesaggio ricordato (1966)




Le sequenze dei paesaggi polarizzati si ispirano ad alcune opere di uno dei padri dell’astrattismo: Mondrian.


2001 Odissea nello spazio

Piet Mondrian, Duna (1910)

Piet Mondrian, Duna (1910)


Il monolite nero, che Kubrick definisce: “un simpatico esempio di arte minimale”, è un chiaro riferimento alle sculture Space columns dell’artista Peter Kolisnyk.

2001 Odissea nello spazio


Peter Kolisnyk, Space columns (1968)

2 commenti:

Bibi ha detto...

Il blog che mancava.Ho l'impressione che lo frequentero'spesso.
Tra l'altro e' anche piacevole graficamente.Bravo!

Marco A. Zanoni ha detto...

Molto interessante!
Non sapevo che i monoliti esistessero veramente!
E io che ne avevo uno in casa e lo usavo per metterci dentro le scarpe!